Oggi è il tuo primo mese di vita.
Auguri amore mio.
Questo blog nasce dal desiderio di condividere delle riflessioni sul mondo in cui viviamo. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Forse tutti insieme riusciremo a dare una risposta.
lunedì 26 novembre 2007
W le Termiti
Il combustibile delle termiti.
La scoperta apre la strada alla possibilità di riprodurre su scala industriale quanto avviene nel loro intestino e ottenere biocombustibili da materiali vegetali privi di interesse alimentare
Il problema più grave posto dallo sviluppo dell'attuale generazione di biocombustibili è che per ottenere una buona conversione enzimatica in etanolo della materia prima, bisogna ricorrere a risorse agricole che hanno anche una destinazione alimentare. Per ovviare a questo inconveniente, che ha già suscitato aspre polemiche, si stanno studiando processi alternativi che consentano lo sfruttamento diretto della cellulosa, ossia di una materia priva di interesse alimentare. Finora tuttavia i processi di questo tipo individuati sono alquanto complessi e difficili da trasportare su una scala industriale.
Un passo in avanti su questa strada potrebbe però venire dalle termiti. L'intestino di questi insetti - che in molte regioni del globo provocano ogni anno danni per miliardi di euro - è suddiviso in diversi compartimenti, nei quali sono ospitate specifiche comunità di microbi. Ognuna di queste colonie ha il compito di convertire i polimeri del legno, in zuccheri, che possono poi essere fermentati in combustibile.
Ora - come è riportato in un articolo pubblicato su "Nature" - un gruppo internazionale di biologi è riuscito a sequenziare e analizzare il codice genetico di questi microbi, compiendo un passo chiave verso la possibilità di riprodurre su scala industriale quanto avviene, con grande efficienza, nel microscopico bioreattore che è l'intestino della termite.
I ricercatori, in particolare, hanno analizzato circa 71 milioni di "lettere" del codice genetico dei fibrobatteri (che degradano la cellulosa) e dei treponemi (che, attraverso la fermentazione la convertono in zuccheri) estratti dall'intestino di una colonia di termiti del Costa Rica.
"In teoria - osserva Andreas Brune del Max-Planck-Institut per la microbiologia terrestre - grazie a questi batteri le termiti potrebbero convertire un foglio di carta A4 in due litri di idrogeno."
Per portare a scala industriale questo processo, ha aggiunto Eddy Rubin, direttore de Joint Genome Institute (JGI) del Dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, "bisogna individuare il gruppo di geni che ha gli attributi funzionali chiave nella demolizione della cellulosa, e questo studio ha fatto un passo in avanti essenziale in questo cammino."
La scoperta apre la strada alla possibilità di riprodurre su scala industriale quanto avviene nel loro intestino e ottenere biocombustibili da materiali vegetali privi di interesse alimentare
Il problema più grave posto dallo sviluppo dell'attuale generazione di biocombustibili è che per ottenere una buona conversione enzimatica in etanolo della materia prima, bisogna ricorrere a risorse agricole che hanno anche una destinazione alimentare. Per ovviare a questo inconveniente, che ha già suscitato aspre polemiche, si stanno studiando processi alternativi che consentano lo sfruttamento diretto della cellulosa, ossia di una materia priva di interesse alimentare. Finora tuttavia i processi di questo tipo individuati sono alquanto complessi e difficili da trasportare su una scala industriale.
Un passo in avanti su questa strada potrebbe però venire dalle termiti. L'intestino di questi insetti - che in molte regioni del globo provocano ogni anno danni per miliardi di euro - è suddiviso in diversi compartimenti, nei quali sono ospitate specifiche comunità di microbi. Ognuna di queste colonie ha il compito di convertire i polimeri del legno, in zuccheri, che possono poi essere fermentati in combustibile.
Ora - come è riportato in un articolo pubblicato su "Nature" - un gruppo internazionale di biologi è riuscito a sequenziare e analizzare il codice genetico di questi microbi, compiendo un passo chiave verso la possibilità di riprodurre su scala industriale quanto avviene, con grande efficienza, nel microscopico bioreattore che è l'intestino della termite.
I ricercatori, in particolare, hanno analizzato circa 71 milioni di "lettere" del codice genetico dei fibrobatteri (che degradano la cellulosa) e dei treponemi (che, attraverso la fermentazione la convertono in zuccheri) estratti dall'intestino di una colonia di termiti del Costa Rica.
"In teoria - osserva Andreas Brune del Max-Planck-Institut per la microbiologia terrestre - grazie a questi batteri le termiti potrebbero convertire un foglio di carta A4 in due litri di idrogeno."
Per portare a scala industriale questo processo, ha aggiunto Eddy Rubin, direttore de Joint Genome Institute (JGI) del Dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, "bisogna individuare il gruppo di geni che ha gli attributi funzionali chiave nella demolizione della cellulosa, e questo studio ha fatto un passo in avanti essenziale in questo cammino."
martedì 6 novembre 2007
Autunno
Cari amici del Blog
Come ogni anno è arrivato l'autunno. Tra tutte le stagioni è quella che preferisco di più. Non vorrei scadere nel banale esaltando i colori autunnali e via dicendo ma vorrei riflettere su un altro aspetto.
Da qualche giorno è cominciata la raccolta delle olive e questo mi ha fatto un po riflettere su come l'uomo, nonostante l'avvento della tecnologia "take away", ripeta da secoli gesti, come la raccolta delle olive per poi produrre l'olio. Nonostante la tecnologia moderna questo gesto semplice, più o meno automatizzato, si ripete allo stesso modo e porta sempre allo stesso risultato. L'olio prodotto ci alimenta da sempre e nella sua semplicità rappresenta un costituente essenziale della nostra dieta.
Grazie all'autunno che ci dona questo suo frutto e soprattutto ci fa riflettere sulla semplicità e l'armonia delle stagioni e del loro susseguirsi.
Come ogni anno è arrivato l'autunno. Tra tutte le stagioni è quella che preferisco di più. Non vorrei scadere nel banale esaltando i colori autunnali e via dicendo ma vorrei riflettere su un altro aspetto.
Da qualche giorno è cominciata la raccolta delle olive e questo mi ha fatto un po riflettere su come l'uomo, nonostante l'avvento della tecnologia "take away", ripeta da secoli gesti, come la raccolta delle olive per poi produrre l'olio. Nonostante la tecnologia moderna questo gesto semplice, più o meno automatizzato, si ripete allo stesso modo e porta sempre allo stesso risultato. L'olio prodotto ci alimenta da sempre e nella sua semplicità rappresenta un costituente essenziale della nostra dieta.
Grazie all'autunno che ci dona questo suo frutto e soprattutto ci fa riflettere sulla semplicità e l'armonia delle stagioni e del loro susseguirsi.
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