lunedì 7 gennaio 2008

Benessere psicologico e religione

Benessere psicologico e religione.

Per le donne praticanti la comunità religiosa rappresenterebbe una parte molto più importante della propria rete di rapporti sociali di quanto non avvenga per i maschi
Le donne che, dopo essere state credenti praticanti, cambiano il loro atteggiamento verso la religione rischiano di soffrire di disturbi d'ansia generalizzata o di incappare in abuso di alcol tre volte di più rispetto alle donne che continuano un'assidua pratica religiosa. E' quanto sostiene uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Temple University diretti da Joanna Maselko, che firma un articolo in proposito sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology.
La cosa più singolare che emerge dallo studio è però forse il fatto che nei maschi, invece, la rinuncia alla pratica religiosa prima seguita comporta addirittura una diminuzione del rischio di sviluppare una depressione rispetto ai maschi che perseverano in essa.
La ragione di questa differenza? Secondo la Maselko, "le donne, in genere, sono semplicemente più integrate nella rete sociale della loro comunità religiosa. Quando smettono di frequentare i servizi religiosi perdono la possibilità di accedere a questa rete e ai suoi potenziali benefici. I maschi invece non sono integrati in primo luogo nella comunità religiosa e lasciandola ne risentono meno".
Nello studio, che ha preso in considerazione 718 adulti, è stata posta particolare attenzione ai cambiamenti negli atteggiamenti dei soggetti verso la religione nei periodi precedenti. "Tutti abbiamo una qualche forma di spiritualità - ha osservato la Maselko - che fa parte integrante della nostra vita, non importa se siamo agnostici, atei o non praticanti. E le scelte che facciamo a questo proposito possono avere implicazioni sullo stato di salute, proprio come il tipo di circuito sociale che frequentiamo." Ma, ha proseguito, il tipo di spiritualità è solamente una parte della storia dei rapporti fra spiritualità e salute: altrettanto importante è il percorso personale con cui si sviluppa.

domenica 6 gennaio 2008

Tennis Tavolo - Lezione 1

Storia



Dal gioco del volano, che sin dal medioevo è stato un passatempo giocato nei giardini o nelle ampie sale di palazzo, hanno preso origine diversi giochi, tra questi il Tennis e il tennis tavolo.
Nel
1884 si incontra per la prima volta il termine "tennis tavolo" in un catalogo commerciale del venditore di articoli sportivi F.H. Ayres. Poco prima, nell'anno 1875, ad opera dell'ingegnere James Gibb, furono codificate precise regole di gioco, che sino ad allora erano rimaste molto vaghe.
Con l'avvento della
plastica e della celluloide furono introdotte nuove palline, che sostituirono in breve tempo quelle in gomma e in sughero e proprio dal suono emesso dal rimbalzo delle palline di celluloide fu coniato il termine onomatopeico di PING PONG che è peraltro diventato un marchio registrato.
I due termini convivono ancora oggi ed infatti, anche se il termine corretto è tennistavolista, spesso il giocatore è chiamato pongista.
Alla conclusione dell'Ottocento cambia radicalmente anche l'attrezzo usato per colpire la pallina, che assomigliava più ad un
tamburello, con la nascita delle moderna racchetta in legno. Successivamente ancora apparirono i primi rivestimenti alle superfici, in legno con sughero o tela gommata.

Nel 1951 si ebbe una nuova svolta tecnica, quasi una rivoluzione, con l'introduzione delle coperture cosiddette "sandwich" che, migliorando le prerogative dinamiche del gioco, ampliarono moltissimo la sua popolarità e il numero di praticanti a tutti i livelli.
In
Asia il tennis tavolo sembra si sia diffuso alla fine del XIX secolo, prima in Giappone e successivamente in Cina e in Corea. Nacque in Asia una grande scuola, con uno stile di impugnare la racchetta detto "a penna" perché ricorda il modo di tenere le dita durante la scrittura. Lo stile di gioco che ne consegue è la principale diversità tra le scuole d'Occidente e d'Oriente. Tranne rare eccezioni, i Campionati Mondiali di tennis tavolo sono sempre stati vinti da atleti asiatici. È la Cina la nazione che possiede oggi al mondo il maggior numero di praticanti, seguita da Giappone e Corea.
In
Europa, nel 1926 nacque la prima federazione internazionale di Tennis tavolo, la I.T.T.F., grazie alle doti organizzative del tedesco George Lehmann. Nello stesso anno a Londra fu disputato il primo Campionato Mondiale cui parteciparono gli atleti di Austria, Cecoslovacchia, Danimarca, Germania, Svezia e India; grazie alla presenza di atleti asiatici, l'incontro si poté definire "mondiale". Le più importanti scuole europee sono ora in Germania, Svezia e Francia, seguite dalle nazioni dell'est quali Russia, Ungheria e Romania.
In
Italia il Tennis tavolo si costituì come disciplina sportiva e apparato organizzativo, nel 1960 quando si svolse la prima Assemblea Generale. In seguito, nel 1979, il CONI riconobbe formalmente la Federazione Italiana tennis tavolo (F.I.Te.T.) al pari di federazioni sportive più popolari.

Anno Nuovo

Anno nuovo........vita nuova.

Così dice il proverbio ed anche la veste grafica del blog si rinnova così come penso di rinnovare un pò di cose sia nel blog che in altri posti.
Comincia il nuovo anno e dopo le vacanze si riparte con tanti buoni propositi.
Buon 2008.........