Venerdì notte è nata Lara, la cosa più bella della mia vita. Non ci sono parole per descrivere l'emozione di una nascita.
Lara benvenuta nella mia vita, l'orizzonte si allarga ed un nuovo mondo ci aspetta insieme.
Ti voglio tanto bene e ti auguro tutta la felicità del mondo.
Questo blog nasce dal desiderio di condividere delle riflessioni sul mondo in cui viviamo. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Forse tutti insieme riusciremo a dare una risposta.
domenica 28 ottobre 2007
domenica 21 ottobre 2007
Stagioni
L'inverno è arrivato, come ho fatto a capirlo? Basta guardare fuori mi direte voi! E' vero ma esiste un altro modo per capirlo. Il mio amico gatto è qualche giorno che dorme in casa. Cerca di nuovo i nostri corpi caldi per schiacciare un pisolino al calduccio dei 37 gradi garantiti dal calore del corpo umano. E' simpatico vederlo in azione, scrutare il divano e poi in sol balzo salirti addosso, prepararsi il posto e poi giù a dormire nelle posizioni più assurde pur di starti addosso.
Lo so è un opportunista ma è così bello vederlo dormire nella sua maestosa eleganza che tutto gli è concesso.
L'inverno è bello anche per questo vero?
Lo so è un opportunista ma è così bello vederlo dormire nella sua maestosa eleganza che tutto gli è concesso.
L'inverno è bello anche per questo vero?
sabato 13 ottobre 2007
Compleanno
Non ce l'abbiamo fatta a fare due compleanni in uno. Meglio! Vorrà dire che faremo due feste oggi allora ci godiamo la tua.
Con tanto affetto
Buon Compleanno
Con tanto affetto
Buon Compleanno
venerdì 12 ottobre 2007
Idrogeno
"Presi acqua in un becher, vi sciolsi un pizzico di sale, capovolsi nel becher
due barattoli di marmellata vuoti, trovai due fili di rame ricoperti di gomma,
li legai ai poli della pila, e introdussi le estremità nei barattoli. Dai capi
saliva una lunga processione di bollicine: guardando bene, anzi, si vedeva che dal catodo si liberava su per giù il doppio di gas che dall'anodo.
Scrissi sulla lavagna l'equazione ben nota, e spiegai ad Enrico che stava proprio succedendo quello che stava scritto lì...."
Questo è quello che Primo Levi -
L'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo. E' il costituente principale delle stelle, dove è "bruciato" trasformandosi in Elio e liberando energia. Basta pensare al nostro sole il motore della nostra vita per rendersi conto dell'importanza di questo elemento.
E' proprio nella veste di fonte d'energia che vorrei spezzare una lancia a favore dell'idrogeno.
Tutti dovremmo spingere i nostri politici ad indirizzare le ricerche tecnologiche nella direzione di un uso controllato dell'idrogeno come fonte d'energia.
Conto sul vostro aiuto.
giovedì 4 ottobre 2007
Filosofia prima di pranzo .
Essere o avere, amore o libertà.
Il discorso genetico sembra avere influenza su questi valori e mi trova sostanzialmente d'accordo.
Secondo altre teorie anche l'influenza geografica sembra dire la sua. Ed allora i popoli del nord sembra che privilegino la libertà mentre quelli del sud l'amore che inevitabilmente limita la libertà. Nella nostra Italia i "Milanesi" dediti al lavoro ed al business i meridionali più "sfaticati" e spensierati. Ciò da dove proviene se non dal patrimonio genetico dovuto a migliaia d'anni di selezione naturale. Anche il contesto ambientale dice la sua. Al nord sostanzialmente fa più freddo ed allora si privilegiano attività al chiuso, che forse limitano la socialità. Al sud si privilegia lo star fuori il più possibile ed allora forse le relazioni umane sono più strette. C'è anche un rovescio della medaglia il concetto di privacy al sud è quasi sconosciuto al nord magari persone abitano vicino per anni e non sanno nulla l'uno dell'altra però in generale il rispetto per gli altri è più diffuso.
Cosa è meglio non lo so e penso non si possa sapere.
Per quanto mi riguarda ho deciso di vivere al centro dove tutto quanto detto sopra è una via di mezzo.
Come la solito gli estremi forse non sono la cosa migliore?
Saluti
Il discorso genetico sembra avere influenza su questi valori e mi trova sostanzialmente d'accordo.
Secondo altre teorie anche l'influenza geografica sembra dire la sua. Ed allora i popoli del nord sembra che privilegino la libertà mentre quelli del sud l'amore che inevitabilmente limita la libertà. Nella nostra Italia i "Milanesi" dediti al lavoro ed al business i meridionali più "sfaticati" e spensierati. Ciò da dove proviene se non dal patrimonio genetico dovuto a migliaia d'anni di selezione naturale. Anche il contesto ambientale dice la sua. Al nord sostanzialmente fa più freddo ed allora si privilegiano attività al chiuso, che forse limitano la socialità. Al sud si privilegia lo star fuori il più possibile ed allora forse le relazioni umane sono più strette. C'è anche un rovescio della medaglia il concetto di privacy al sud è quasi sconosciuto al nord magari persone abitano vicino per anni e non sanno nulla l'uno dell'altra però in generale il rispetto per gli altri è più diffuso.
Cosa è meglio non lo so e penso non si possa sapere.
Per quanto mi riguarda ho deciso di vivere al centro dove tutto quanto detto sopra è una via di mezzo.
Come la solito gli estremi forse non sono la cosa migliore?
Saluti
mercoledì 3 ottobre 2007
Campionato Tennis-Tavolo
Campionato Regionale D1 - GIR. D
I giornata
CSI DON BASTIANINI - T.T. DLF POGGIBONSI 5-1
T.T. VALDARNO_B - A.I.C.S. SESTESE_A 5-3
CRAL M.P.S. SIENA-G.S.S. SAN DOMENICO SIENA n.p.
A.S. LIBERTAS T.T. SIENA - T.T. VOLTERRA 3-5
martedì 2 ottobre 2007
Siete degli spendaccioni....colpa dei geni!
TECNOLOGIA & SCIENZA
Ricerca Usa: Il Dna influisce sui nostri comportamenti in fatto di denaroMolte preferenze e ciò che percepiamo come giusto è già scritto nel nostro patrimonio genetico
I geni hanno un ruolo chiaveanche nelle scelte economiche
SPENDACCIONI o parchi, generosi o tirchi? Le nostre abitudini in fatto di denaro potrebbero essere decise già a livello genetico. Secondo un team internazionale di ricercatori, infatti, il Dna svolge un ruolo importante per spiegare le scelte individuali in questioni economiche. Tradizionalmente, la scienza è sempre stata cauta nell'attribuire una qualsiasi influenza a livello genetico sui comportamenti in materie economiche, ma lo studio, guidato da David Cesarini del Massachussetts Institute of Technology e condotto insieme a colleghi svedesi, suggerisce proprio questo: c'è una base genetica che contribuisce a determinare quello che si percepisce come giusto o ingiusto in fatto di soldi. Il lavoro, pubblicato sull'edizione online dei Proceedings of the National Academy of Sciences, descrive l'esperimento condotto dagli scienziati, che hanno utilizzato un gioco in cui è in palio una somma di denaro: un partecipante propone a un altro come dividersi i soldi. Ma l'offerta in realtà è un ultimatum: in caso di rifiuto i due giocatori perdono tutto.
Un no equivale a perdere interamente il premio in palio, quindi qualsiasi offerta del primo giocatore, seguendo la logica, dovrebbe essere accettata dal secondo. Ma nell'esperimento gli scienziati hanno visto che alcuni rifiutavano regolarmente l'offerta di cifre basse, presumibilmente per punire chi proponeva somme percepite come troppo ridotte. Per chiarire il ruolo del Dna, i ricercatori, fra cui quelli dello Swedish Twin Registry e della Stockholm School of Economics hanno studiato i comportamenti nel gioco di coppie di gemelli identici e non. Visto che i primi condividono gli stessi geni, gli scienziati hanno potuto constatare l'influenza genetica confrontando il modo di giocare dei gemelli. L'influenza genetica - hanno riscontrato - pesa per il 40% sul modo in cui le persone rispondono a offerte scorrette. In altre parole, i gemelli identici sono molto più portati ad usare la stessa strategia rispetto a quelli eterozigoti. Le nostre scelte in materie economiche, quindi, sarebbero influenzate direttamente dal nostro patrimonio genetico. "Confrontate con le influenze ambientali, come ad esempio il modo in cui si viene allevati, le influenze genetiche sembrano costituire una fonte più importante per le possibili variazioni utilizzate dalla gente durante il gioco", spiega Cesarini. "E questo indica la possibilità che molte delle nostre preferenze in materia di scelte economiche siano soggette all'influenza dei geni", dice ancora Bjorn Wallace, della Stockholm School of Economics, che ha ideato l'esperimento.
Ricerca Usa: Il Dna influisce sui nostri comportamenti in fatto di denaroMolte preferenze e ciò che percepiamo come giusto è già scritto nel nostro patrimonio genetico
I geni hanno un ruolo chiaveanche nelle scelte economiche
SPENDACCIONI o parchi, generosi o tirchi? Le nostre abitudini in fatto di denaro potrebbero essere decise già a livello genetico. Secondo un team internazionale di ricercatori, infatti, il Dna svolge un ruolo importante per spiegare le scelte individuali in questioni economiche. Tradizionalmente, la scienza è sempre stata cauta nell'attribuire una qualsiasi influenza a livello genetico sui comportamenti in materie economiche, ma lo studio, guidato da David Cesarini del Massachussetts Institute of Technology e condotto insieme a colleghi svedesi, suggerisce proprio questo: c'è una base genetica che contribuisce a determinare quello che si percepisce come giusto o ingiusto in fatto di soldi. Il lavoro, pubblicato sull'edizione online dei Proceedings of the National Academy of Sciences, descrive l'esperimento condotto dagli scienziati, che hanno utilizzato un gioco in cui è in palio una somma di denaro: un partecipante propone a un altro come dividersi i soldi. Ma l'offerta in realtà è un ultimatum: in caso di rifiuto i due giocatori perdono tutto.
Un no equivale a perdere interamente il premio in palio, quindi qualsiasi offerta del primo giocatore, seguendo la logica, dovrebbe essere accettata dal secondo. Ma nell'esperimento gli scienziati hanno visto che alcuni rifiutavano regolarmente l'offerta di cifre basse, presumibilmente per punire chi proponeva somme percepite come troppo ridotte. Per chiarire il ruolo del Dna, i ricercatori, fra cui quelli dello Swedish Twin Registry e della Stockholm School of Economics hanno studiato i comportamenti nel gioco di coppie di gemelli identici e non. Visto che i primi condividono gli stessi geni, gli scienziati hanno potuto constatare l'influenza genetica confrontando il modo di giocare dei gemelli. L'influenza genetica - hanno riscontrato - pesa per il 40% sul modo in cui le persone rispondono a offerte scorrette. In altre parole, i gemelli identici sono molto più portati ad usare la stessa strategia rispetto a quelli eterozigoti. Le nostre scelte in materie economiche, quindi, sarebbero influenzate direttamente dal nostro patrimonio genetico. "Confrontate con le influenze ambientali, come ad esempio il modo in cui si viene allevati, le influenze genetiche sembrano costituire una fonte più importante per le possibili variazioni utilizzate dalla gente durante il gioco", spiega Cesarini. "E questo indica la possibilità che molte delle nostre preferenze in materia di scelte economiche siano soggette all'influenza dei geni", dice ancora Bjorn Wallace, della Stockholm School of Economics, che ha ideato l'esperimento.
lunedì 1 ottobre 2007
Per i fans di Carlos Castaneda
Saccheggiata per decenni, la pianta dello "sballo" sta scomparendo. Cresce in Messico e Usa. E' usata anche dagli indios nelle cerimonie religiose.
Addio al peyote, il cactus magico degli indios del Messico che ha "fatto sognare" generazioni di giovani turisti europei ed americani trascinandoli carponi nella ricerca del frutto tra i sassi della Sierra. Addio a quel minuscolo ciotolo secco e immangiabile che sa di calce e anche alla mescalina di cui è ricco, quella che ha regalato allucinazioni e visioni agli scrittori beat in fuga dal Moloch dell'imperialismo. Addio miraggi. Secondo il Financial Times, che riprende un articolo uscito sull'Universal di Città del Messico, il "Nahuati" (o "Lophophora williamsii", nel suo nome scientifico) sarebbe ormai in via d'estinzione. Un fantasma. Non ci sarebbero - spiega l'articolo - prove concrete della sua prossima estinzione ma fonti accademiche segnalano che è sempre più difficile trovare il cactus nel deserto a nord del paese. Il peyote è una pianta molto particolare, ci mette trent'anni a crescere e il saccheggio di mezzo secolo l'ha fatta diventare quasi introvabile. Fu infatti negli anni Sessanta che, sulla scia dei libri dell'antropologo Carlos Castaneda - A scuola dallo stregone su tutti - , centinaia di giovani americani, Kerouac compreso, fecero il viaggio nel deserto dal Texas alla scoperta del peyote e delle sue allucinazioni. E, spiegano gli esperti, iniziarono a provocarne la perdita perché invece di tagliare solo la sua corona verde offrendo al cactus la possibilità di rigenerarsi, di solito i turisti strappano tutta la pianta, uccidendola.
Oggi, quel che più preoccupa gli accademici come il professor Pedro Medellin dell'Università di San Luis Potosì non è la riduzione della biodiversità o la perdita del flusso di turisti occidentali a caccia di mondi virtuali ma la difesa della cultura degli huicoles, gli indios che da sempre usano il peyote nelle loro cerimonie religiose. Per loro le allucinazioni sono una forma di comunicazione con gli dei ed ogni anno, una volta all'anno, gli sciamani huicol camminano a piedi anche per 500 km in cerca dei loro cactus. "Vorremmo proteggerlo - dice a l'Universal uno sciamano che si chiama Andrés Carrillo - ma nessuno rispetta il peyote. La prima volta che lo mangiai avevo nove anni e ce n'era tantissimo, oggi è quasi introvabile". Ma la cosa che più lo preoccupa è che senza peyote - dice - i bambini huicol non potranno capire. "Il peyote è un libro, un maestro. Non puoi apprendere se non hai mai mangiato il peyote". L'uso del peyote risale ad oltre duemila anni fa. Insieme alle cerimonie religiose gli indios lo usavano contro il mal di denti, come analgesico, ma sembra che abbia poteri curativi anche per l'asma e i reumatismi. Come la foglia di coca è una pianta sacra, venerata per le sue proprietà. E come con la cocaina siamo stati noi, dopo averla scoperta, a renderla pericolosa, costosa, illegale. E in via d'estinzione.
Addio al peyote, il cactus magico degli indios del Messico che ha "fatto sognare" generazioni di giovani turisti europei ed americani trascinandoli carponi nella ricerca del frutto tra i sassi della Sierra. Addio a quel minuscolo ciotolo secco e immangiabile che sa di calce e anche alla mescalina di cui è ricco, quella che ha regalato allucinazioni e visioni agli scrittori beat in fuga dal Moloch dell'imperialismo. Addio miraggi. Secondo il Financial Times, che riprende un articolo uscito sull'Universal di Città del Messico, il "Nahuati" (o "Lophophora williamsii", nel suo nome scientifico) sarebbe ormai in via d'estinzione. Un fantasma. Non ci sarebbero - spiega l'articolo - prove concrete della sua prossima estinzione ma fonti accademiche segnalano che è sempre più difficile trovare il cactus nel deserto a nord del paese. Il peyote è una pianta molto particolare, ci mette trent'anni a crescere e il saccheggio di mezzo secolo l'ha fatta diventare quasi introvabile. Fu infatti negli anni Sessanta che, sulla scia dei libri dell'antropologo Carlos Castaneda - A scuola dallo stregone su tutti - , centinaia di giovani americani, Kerouac compreso, fecero il viaggio nel deserto dal Texas alla scoperta del peyote e delle sue allucinazioni. E, spiegano gli esperti, iniziarono a provocarne la perdita perché invece di tagliare solo la sua corona verde offrendo al cactus la possibilità di rigenerarsi, di solito i turisti strappano tutta la pianta, uccidendola.
Oggi, quel che più preoccupa gli accademici come il professor Pedro Medellin dell'Università di San Luis Potosì non è la riduzione della biodiversità o la perdita del flusso di turisti occidentali a caccia di mondi virtuali ma la difesa della cultura degli huicoles, gli indios che da sempre usano il peyote nelle loro cerimonie religiose. Per loro le allucinazioni sono una forma di comunicazione con gli dei ed ogni anno, una volta all'anno, gli sciamani huicol camminano a piedi anche per 500 km in cerca dei loro cactus. "Vorremmo proteggerlo - dice a l'Universal uno sciamano che si chiama Andrés Carrillo - ma nessuno rispetta il peyote. La prima volta che lo mangiai avevo nove anni e ce n'era tantissimo, oggi è quasi introvabile". Ma la cosa che più lo preoccupa è che senza peyote - dice - i bambini huicol non potranno capire. "Il peyote è un libro, un maestro. Non puoi apprendere se non hai mai mangiato il peyote". L'uso del peyote risale ad oltre duemila anni fa. Insieme alle cerimonie religiose gli indios lo usavano contro il mal di denti, come analgesico, ma sembra che abbia poteri curativi anche per l'asma e i reumatismi. Come la foglia di coca è una pianta sacra, venerata per le sue proprietà. E come con la cocaina siamo stati noi, dopo averla scoperta, a renderla pericolosa, costosa, illegale. E in via d'estinzione.
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