lunedì 6 ottobre 2008

L'entropia

Da persone bene informate ho saputo che quando Dio cacciò Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, non si limitò a dire: "Tu uomo lavorerai con sudore e tu donna partorirai con dolore", ma aggiunse "e tutti e due sarete perseguitati dal secondo principio della termodinamica, ovvero dall l'entropia".
Ecco il principio: "Ogniqualvolta in natura la materia viene trasformata in energia, una buona parte di questa energia diventa non più utilizzabile e va ad aumentare il disordine che è già nell'ambiente. La misura del disordine prodotto si chiama entropia". E facciamo subito un esempio: quando trasformiamo il petrolio in energia cinetica per consentire a mio cugino di andare da Milano a Monfalcone, la maggior parte di questa energia si perde sotto forma di anidride carbonica e va a inquinare l'atmosfera. Ora, su si trattasse di mio cugino soltanto, pazienza, il guaio è che siamo in tanti a voler andare tutti i giorni da Milano a Monfalcone.
L'uomo, per migliorare le proprie condizioni di vita, ha inventato l'automobile, l'aeroplano, il frigorifero e tutto quello che, secondo lui, avrebbe potuto rendere più comodo e ordinato il suo mondo. Sennonché il disordine connesso a ognuna di queste scoperte è maggiore dell'ordine prodotto.

Se all'inizio nessuno ci ha fatto caso è perché il disordine è sempre stato esportato, o in altri Paesi (vedi Karin B), altre zone dell'atmosfera (vedi buco nell'ozono) o addirittura rimandato a epoche future (vedi scorie radioattive).
Per la legge dell'accrescimento dell'entropia» «ogni sistema in natura evolve spontaneamente da uno stato più ordinato a uno più disordinato. Facciamo due esempi: 1) Se lei lascia una tazza di tè bollente su un tavolo e si torna dopo un'ora, troveremo che il tè si sarà raffreddato, in quanto ha ceduto spontaneamente il calore all'ambiente. 2) Se versiamo in una tazza del caffé e del latte, le molecole dei due liquidi non resteranno separate, le une di fronte alle altre come due armate contrapposte, ma si mischieranno spontaneamente fino a formare il caffellatte.»
E questo cosa c'entra con l'entropia?»
C'entra, perché in entrambi i casi sarà aumentato il disordine.»
Insomma, il nostro mondo tende spontaneamente a omologarsi e a diventare sempre di più una massa uniforme. Ogniqualvolta una sostanza si sminuzza, finisce col mischiarsi con tutte le altre a creare un guazzabuglio indescrivibile. Il mondo non viene dal Caos, ma va verso il Caos. È come se io lasciassi mattina il mio guardaroba tutto in ordine e lo ritrovassi la sera con i calzini in mezzo alle cravatte, le mutande tra le giacche e così via. Per il secondo principio della termodinamica, infatti, il disordine è irreversibile: può aumentare ma mai diminuire.
Ciò premesso, possiamo immaginare fin da adesso cosa sarà la fine del mondo: l'Universo diventerà un unico, denso, uniforme cappuccino dove, non essendoci più nessuna diversità tra un punto e l'altro dello spazio (né di temperatura né di energia o di altro) non ci sarà nemmeno buon motivo per muoversi. In quell'attimo, non essendoci più il movimento non ci sarà nemmeno la vita.

Che fare tardare la fine del mondo? Muoversi quanto meno possibile, dicono i fisici, e questo lo avevano già capito indiani.
Tutto tende all'omologazione, non solo la materia ma anche il modo di comunicare, di vestirsi e il pensiero. Più passa il tempo e più diminuiscono le differenze tra gli esseri umani: spariscono i dialetti a favore dell'italiano spariscono le lingue (e con esse l'italiano) a favore dell'inglese.

D'altra parte, come non dare ragione ai paladini del progresso quando ci sbandierano i parametri dei loro successi: allungamento della vita media, diminuzione della mortalità infantile, epidemie debellate e via dicendo. A chi dobbiamo il fatto che oggi riusciamo a godere di un alto tenore di vita. Al progresso, ai concimi chimici, ai refrigeratori che conservano gli alimenti e ai Tir che li trasportano su e giù per l'Italia.
Ma allora tutti i discorsi di prima? L'entropia? Il disordine? Il secondo principio della termodinamica? La risposta: "Ottima è la misura, a noi il compito di trovarla".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Post molto interessante!! Complimenti.
Mi ha fatto ricordare un racconto di Isaac Asimov,notissimo scrittore di fantascienza e divulgatore scientifico.
Il titolo è "L'ultima domanda" pubblicata nel 1956. A detta dell'autore stesso è forse il suo miglior racconto. Per chi fosse interessato a leggerlo (è abbastanza breve) lo può trovare a questo indirizzo:
http://xoomer.alice.it/mstangal/domanda.html

Saluti

Nicola Celiberto ha detto...

Grazie dei Saluti e per il riferimento. Da leggere sicuramente.