giovedì 4 agosto 2011

Moka

La macchinetta del caffe'.
Secondo me il caffè preparato con la moka e' un rito. A me ricorda quei pomeriggi da giovane studente universitario quando era di sostegno allo studio post pranzo e preveniva il pisolino sul libro. Ora la "fretta" quotidiana mi porta a bere un espresso di corsa al bar o peggio alla distributrice automatica di caffè, senza nemmeno assaporarlo per bene e spesso da solo. Allora, quando posso, mi riprendo un quarto d'ora della mia vita e mi metto a preparare il mio caffè con la mitica moka. 
Tutti sappiamo come, più o meno, come si prepara un caffè. Elemento base e' la caffettiera ma come e' fatta la nostra mitica macchinetta. Ce ne sono di tanti tipi ma tutte hanno i seguenti pezzi, anche se di forme e varietà differenti. La base, dove si mette l'acqua, scientificamente detta caldaia. Di solito sulla caldaia e' presente un buchino che noi tutti chiamiamo, in perfetto termine tecnico, valvola. Il pezzo centrale, detto imbuto del filtro, dove mettiamo il caffè. E' una specie di imbuto forellato che si mette sulla caldaia. Ed infine il pezzo superiore che, in tutta onestà, ho sempre chiamato coperchio e non saprei come altro chiamarlo. Il pezzo superiore si avvita alla caldaia, alla fine del rito preparatorio ed alla sua base, tenuto dalla guarnizione, troviamo il filtro vero e proprio: un dischetto forato con dei forellini molto piccoli. Allora procediamo alla preparazione del nostro caffè: mettiamo l'acqua nella caldaia, per favore non calda altrimenti non avremo il nostro quarto d'ora di beatitudine e se proprio abbiamo fretta fermiamoci al primo bar e rimandiamo il nostro rito ad un altro giorno. L'acqua va messa fino alla valvola ne sopra ne sotto. Ecco scoperto la funzione della valvola ci da il giusto livello d'acqua, non e' proprio così la valvola serve a qualcosa di altrettanto importante ma che scopriremo con calma, senza fretta. Ora tocca al caffè e questo e' un momento importante il caffè, deve essere macinato da poco, affinché la nostra bevanda sia perfetta ma se ciò non e' possibile, allora teniamo il nostro caffè macinato in frigorifero. Apriamo il barattolo, annusiamo il profumo del nostro caffè macinato e poi riempiamo il filtro. Il filtro va riempito fino all'orlo e deve quasi straripare ma attenzione non pressiamo troppo il caffè altrimenti rovineremo tutto impedendo il giusto flusso del caffè. Non siamo tirchi mettiamo abbondante caffè nel filtro, altrimenti otterremo un liquido nerastro che non sarà degno del nostro palato. Montiamo il pezzo superiore facendo attenzione che non ci sia acqua dentro. Ciò porterebbe ad un caffè qualitativamente annacquato e noi non lo meritiamo. Mettiamo la macchinetta sul fornello ed accendiamo il gas, fuoco lento mi raccomando e mettiamoci in rilassata attesa. Prepariamo le tazzine, meglio se calde, mia moglie le scalda con acqua nel microonde e poi le asciuga perfettamente pena il divorzio e mettiamoci, se ci piace, lo zucchero. Cosa succede mentre aspettiamo, tantissime cose. Innanzitutto il gas del fornello brucia. In parole più colte il gas reagisce con l'ossigeno dell'aria dando luogo ad una reazione chimica, detta di combustione. Come tutte le combustioni il gas si trasforma in anidride carbonica ed acqua liberando energia, il calore appunto che scalda l'acqua con la quale facciamo il caffè. Il calore si trasferisce all'acqua grazie alle particelle di gas caldo che urtando il fondo della caldaia a velocità impressionante cedono la loro energia cinetica al metallo della caldaia. Gli atomi del metallo allarmati da tale bailamme cominciano a muoversi anch'essi cedendo la loro energia alle molecole d'acqua contenuta nella caldaia. L'acqua quindi comincia a scaldarsi e le sue molecole diventano sempre più agitate, come se avessero preso tanti caffè, fino a diventare gassose. Il gas confinato nel volume della caldaia comincia a spingere l'acqua nell'imbuto del filtro, ma poiché sopra c'e' il caffè non ce la fa ed allora deve aumentare la sua pressione e di conseguenza la temperatura dell'acqua. Ad un certo punto la pressione vince la resistenza del caffè e l'acqua incontra la preziosa polvere passando dal tubicino del filtro e risalendo verso il pezzo superiore dove fuoriesce da un canale chiamato camino. Lungo questa strada avviene la cosiddetta estrazione liquido - solido. Ovvero l'acqua calda estrae dalla polvere del caffè le sostanze caratteristiche di un buon caffè in primis la caffeina croce e delizia della nostra esistenza. Cos'e' la caffeina:
La caffeina o 1,3,7-trimetilxantina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà (parte della guaranina) e mate (parte della mateina), e nelle bevande da esse ottenute.
È un composto che a temperatura ambiente si presenta come un solido bianco inodore.
La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè anzitutto) rende questa sostanza psicoattiva la più diffusa nel mondo. La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito medico e ricreazionale in caso di sonnolenza. È importante notare che la caffeina va utilizzata solo occasionalmente e dosi di caffeina non possono rimpiazzare il sonno. L'utilizzo prolungato di caffeina porta a tolleranza.L a caffeina è contenuta nel caffè e in altri elementi nelle seguenti quantità indicative:


1 tazza di espresso: 80mg
1 tazza di caffè solubile: 57mg
1 lattina di Coca-Cola (330 ml): 35mg
1 tazza di tè: 60mg
1 lattina di Red Bull (250ml): 80mg

Naturalmente le quantità variano in base alla varietà specifica dell'alimento e dalle modalità di consumo.
Ma perché il caffè fatto con la macchinetta espresso e' più buono e forte di quello fatto all'americana, in cui si versa acqua bollente sul caffè in polvere e poi si filtra l'infuso? Per rispondere bisogna farsi aiutare da una legge della fisica, che ci dice che la temperatura di ebollizione dell'acqua aumenta se aumenta la pressione sull'acqua. Nel nostro caso, grazie all'elevata pressione del vapore, la temperatura di ebollizione sale a circa 120 gradi centigradi. A questa temperatura l'acqua riesce ad estrarre tutto l'aroma e il sapore racchiuso nel caffè macinato, cosa che non succede utilizzando acqua bollita a pressione atmosferica, che non supera i 100 gradi centigradi.
Parliamo ora dell'apparecchio che ci permette di ottenere la nostra delizia ovvero la mitica caffettiera moka. La Moka, comunemente chiamata anche caffettiera o anche macchinetta del caffè (spesso abbreviato in macchinetta), è un apparecchio per la preparazione del caffè, ideato da Alfonso Bialetti nel 1933. Il corpo è fatto di alluminio e le maniglie di bakelite. Questi materiali sono un connubio tra resistenza e leggerezza e rendono la nostra macchinetta robusta ma leggera da maneggiare. Esistono diverse taglie di moka, che possono produrre l'equivalente in caffè da una fino a diciotto tazzine. Per fare il caffè con questa macchina, si riempie d'acqua il bollitore fino a sfiorare il livello della valvola di sicurezza e si inserisce il filtro metallico a forma di imbuto. In quest'ultimo si introduce il caffè macinato, poi viene avvitata la parte superiore (raccoglitore, dotato di un secondo filtro). Mettendo sul fuoco la moka, l'acqua si riscalda e si produce così vapore nel bollitore. Il vapore, espandendosi, esercita la sua pressione sulla superficie dell'acqua, la cui massa viene spinta così verso il basso. Trovando uscita solo attraverso l'imbuto del filtro, l'acqua sarà costretta a risalire attraverso l'imbuto. Giunta a metà strada, l'acqua calda passerà attraverso la massa del caffè producendo, come già detto, la nostra bevanda. Infine, il caffè andrà a depositarsi nel raccoglitore passando attraverso una cannula detta "camino".
La pressione raggiunta con questo metodo è leggermente superiore a quella atmosferica, sicché è possibile raggiungere temperature più alte che con altre caffettiere quali la napoletana.
Quando il processo è giunto a termine, solo aria e vapore passano dal bollitore al raccoglitore superiore, dato che il livello di acqua nel bollitore sarà sceso al livello dell'entrata del filtro ad imbuto. L'acqua residua nel bollitore impedirà un surriscaldamento. Mentre l'aria calda ed il vapore che passano attraverso il caffè producono il caratteristico rumore che ci avvisa che il nostro " nettare " e' pronto.
Una guarnizione assicura la sicurezza dell'avvitamento ed una valvola di sicurezza previene un aumento eccessivo della pressione nell'apparecchio (dovuto di solito a otturamenti).
A questo punto non resta che versarci il nostro caffè e rigorosamente seduti ed in compagnia gustarci il frutto che la natura ci ha offerto e che l'uomo ha saputo catturare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti.