sabato 22 settembre 2007

PADRE

Sopra le nuvole c’è il cielo blu
Sotto le nuvole c’è questa vita

In questa vita c’era mio padre
Ora mio Padre vive nel blu

Sopra le nuvole sei Tu mio Padre
Non Ti ho perduto mi aspetterai

E questa terra che amavi tanto
Non è la stessa senza di Te

Quante volta tu l ’hai solcata
Guardando in alto dove c’è il blu

Tante le mani che hai carezzato
mai quanto i cuori che hai dissetato

Sui monti alti hai cercato Dio
Toccandolo quasi il cielo blu

Ma dove sei ora è ancor più bello
Prega per me, perché veda il blu.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ti conosco, non so se la poesia ti riguarda personalemte immagino di si..
Mio padre è morto in un incidente stradale. Era giovanissimo, aveva 38 anni! Ed io? Sei! La mia mamma mi ha sempre detto che ero attaccatissima a lui. Io non ricordo la sua voce, il suo volto… Non ricordo niente di lui. I miei ricordi cominciano da dopo la sua morte… eppure avevo già 6 anni! All’epoca lo psicologo al quale le mia mamma si era rivolta perché mi rifiutavo di parlare di mio padre disse che a volte succede… è un modo di autodifesa… a volte il dolore è troppo grosso, talmente grosso che il nostro cervello “ci difende” cancellando..
Mi ci sono voluti anni prima che riuscissi a parlare di lui… Tante scelte nella mia vita sono state influenzate da questa mancanza importante.. Ma di bello oggi c’è che io SENTO CHE LUI MI E’ ACCANTO. Sempre!

Anonimo ha detto...

Mi ricordo quando mio padre mi tirava per la mano, lui un gigante e io una bambina. E correndo sugli argini, gli gridavo di andare più piano. E quando non ce la facevo più mi prendeva sulle spalle e via al galoppo con quel suo naso grosso. E non avevo mai paura tra le sua braccia forti.
E nelle feste di paese, sulle giostre, io quattrocchi la più piccina, con un cappello ed una stellina.
Poi cominciai a correre più veloce. E lui mi gridava più piano.
Non ho più gli occhiali, sono cresciuta e guardo tutti da quassù.
Poi un giorno mio padre si è fermato.
Ed io da allora corro da sola e nessuno mi prende più la mano.
Mi mancano le sue braccia forti.
Solo il mio amico sa capire. Lui non corre, ma sa aspettare.

Anonimo ha detto...

Il dolore che si prova quando la vita ti strappa una persona cara è indescrivibile. È come se qualcuno ti stringesse il cuore, bloccandone una parte, e questa non ripartisse mai. Devi fare con quello che ti resta.
Sia che ci sia un legame di sangue oppure no.
Puoi solo ricordare i suoni, gli odori, le corse, i bagni, le girate, i ceffoni, gli sguardi, i capelli, le lentiggini...solo questo.
Solo questo.

Anonimo ha detto...

Giusto...le lentiggini!!!
Solo chi c'è passato sa capire e può aiutare.
Saper capire è una dote.
Ma a volte, riconoscere la sofferenza in una persona cara, può essere a sua volta una fonte di dolore molto forte.
Grazie dei ricordi.
ANAM